Il ricettore sensoriale che utilizziamo maggiormente è senza dubbio la vista: attraverso gli occhi possiamo vedere e conoscere ciò che ci circonda, percepire gli stimoli luminosi, vedere le figure, i colori, le misure e la posizione degli oggetti. Circa il 70% delle informazioni che inviamo al nostro cervello proviene, infatti, dal sistema visivo.
Come funziona la vista?
La luce entra nell’occhio tramite la cornea, quindi raggiunge la pupilla che modifica le proprie dimensioni a seconda dell’intensità; in ambienti scuri si dilata e in condizioni di elevata luminosità si restringe.
Attraverso la pupilla la luce arriva al cristallino, il quale modifica la propria forma per assecondare la messa a fuoco dei raggi luminosi sulla retina, in base alla distanza dell’oggetto osservato.
I coni e i bastoncelli della retina assorbono la luce e inviano messaggi al cervello attraverso il nervo ottico.
Il cervello, infine, trasforma questi impulsi in immagini.
Una delle sfide più complesse da superare durante questo processo riguarda l’identificazione del colore di un oggetto a seconda della luminosità dell’ambiente circostante.
La luce è caratterizzata da energia elettromagnetica visibile all’occhio umano solamente dopo aver interagito con l’oggetto; quando la luce entra nell’occhio dove sono presenti i 3 ricettori: i colori rosso, verde e blu, viene convertita in segnali nervosi che raggiungono il cervello. Poiché l’occhio reagisce e riconosce solo i tre colori primari, le diverse sfumature di questi vengono codificate dal sistema visivo nelle varie tonalità. In genere, l’occhio percepisce meglio la zona del rosso rispetto alle altre radiazioni colorate.
Questo processo non tiene, però, conto del tipo di illuminazione presente al momento della percezione delle immagini: si parla di “metamerismo” il fenomeno che consiste nella visione di tonalità differenti del colore degli oggetti a seconda della luce che li illumina. Si tratta di un meccanismo tipico della visione umana legato alla percezione del colore e alla componente emotiva-psicologica del soggetto. Questo fenomeno viene a meno per tutti gli oggetti caratterizzati da una composizione cromatica prevalentemente costituita da nero: il nero (acromatico) ha, infatti, la capacità di stabilizzare il colore delle altre componenti cromatiche.
Il daltonismo
Il daltonismo è un'anomalia della percezione dei colori che si verifica quando i pazienti eliminano alcuni toni dallo spettro dei colori. Nello specifico, si tratta di un difetto dei coni, ovvero le cellule specializzate nella distinzione del colore, che risultano:
Nella maggior parte dei casi si tratta di una condizione genetica e colpisce più gli uomini (8%) delle donne (0,5%): il disturbo viene trasmesso infatti da un gene presente nel cromosoma X; se questo è difettoso negli uomini (XY) sovrasta sempre, mentre nelle donne (XX) compare solo se entrambi i cromosomi sono alterati.
In rari casi il daltonismo può essere acquisito a causa di:
Esistono diversi tipi di daltonismo, che si differenziano in base ai colori che non vengono percepiti e riconosciuti dall'occhio. La tipologia viene diagnosticata mediante l’utilizzo di particolari tavole pseudocromatiche.
Ad oggi non esiste un trattamento in grado di curare il daltonismo, ma è possibile alleviare i sintomi della patologia attraverso apposite lenti che contengono speciali filtri capaci di escludere selettivamente alcune lunghezze d’onda. In questo modo il soggetto daltonico potrà avere una percezione dei colori maggiormente simile a quella che delle persone non affette da daltonismo.
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